Tra le poche figure femminili della processione dei Misteri: un ruolo dato dalla tradizione e dalla storia.
"Ma tu hai ucciso Gesù?" No, non ho ucciso proprio nessuno, sono undici anni che mi sento dire, ogni sera del Venerdì Santo, solo perché ho tra le mani una lancia, che ho ucciso Gesù.
Accade anche questo in un momento sacro e di partecipazione popolare qual è la processione dei Misteri a Carbonara.
Dovremmo smetterla di raccontare cose non vere ai bambini e invece spiegare perché ci siano dieci ragazze, vestite da soldato romano, ad accompagnare il feretro di Gesù.
La storia racconta che in quegli anni la Palestina era una provincia dell' Impero Romano, che aveva come Prefetto Ponzio Pilato. I Giudei, come ricordato anche da Papa Benedetto XVI nel suo ultimo libro, "Gesù di Nazaret", rappresentavano l'aristocrazia ai tempi della vita di Gesù Cristo, una classe governativa fantoccio che materialmente sancì la crocifissione del Figlio di Dio. Quindi i bambini hanno ragione a dire "I Giudei hanno ucciso Gesù", ma non sono certo le "Giudee", trasposizione dei soldati romani e semplici ragazze che, per tradizione fino al matrimonio, accompagnano il simulacro di Gesù Morto, di proprietà dell'Opera pia di Venere.
Io sono la prima Giudea, perché sono la più bassa, e posso dire con orgoglio di aver sdoganato la presenza di ragazze anche sotto il metro e sessanta accanto a Gesù morto. A parte questo pizzico di ironia, c'è una precisa e personale volontà d'animo che spinge ogni Giudea a partecipare alla processione del Venerdì Santo: c'è chi ha fatto un voto, c'è chi lo fa per semplice devozione, c'è chi lo intende come espiazione delle colpe.
È vero, io per prima non posso considerarmi come una cristiana praticante, ma essere parte dei riti della Passione e chiedere perdono pubblicamente a Dio per le colpe, piccole e grandi, dona una grande forza, che non so spiegare da dove provenga.
Le Giudee accompagnano Gesù, non sono dei portatori, non hanno il peso fisico del santo addosso: ma la paura di sbagliare il passo, di scivolare sulle "chianche" sporche di cera delle candele o di inciampare in una buca è sempre tanta, oggi come la prima volta.
Cristo Morto lo portiamo in processione dall'interno del complesso dell'Ospedale di Venere: infermieri e malati, testimoni e protagonisti diversi della sofferenza umana che si legge sul volto della statua, si affacciano alle finestre richiamati dalla banda. È una scena surreale per chi la guarda da fuori, ma estremamente intensa.
Le Giudeee accompagnano Cristo Morto per tutta Carbonara, sfidando il traffico e le auto parcheggiate per ogni dove. Poi la sosta al Patronato Di Venere e il momento più atteso: l'Incontro con l'Addolorata.
Poi è tutto più semplice. Il braccio teso sul legno, la mano opposta che serra la lancia per ore provocano una tensione muscolare tremenda: i primi anni non riuscivo neppure a dormire per i dolori. Ora invece, quando torno a casa a mezzanotte, dopo aver lasciato riposare Gesù Morto nella Cappella dell'Opera Pia Di Venere, i dolori non ci sono più, c'è sempre però quella vocina di bimba che mi risuona nell'orecchio ... "Hai ucciso Gesù ...".
Non ho ucciso nessuno, l'anno prossimo te lo rispiego.
- Foto a cura di Francesco Cristantielli (2011).