Proprietà: Fam. PIAZZOLLA, ereditato da Michele Piazzolla. In origine il mistero era appartenente alla processione di Ceglie del Campo, ma fu acquistato dalla Confraternita del Purgatorio di Carbonara che, per mancanza di spazio, dette in affidamento il mistero ad una consorella di nome Angela Di Cintio residente in Via Lazio a Carbonara. Qui l’immagine rimase in stato di abbandono e per questo si deteriorò. Alla morte di Angela Di Cintio, la casa fu venduta e i nuovi proprietari non erano propensi al mantenimento del mistero e rivolgendosi all’arciprete di allora Don Mario D’Alessio, chiesero di donarlo. Quest’ultimo si rivolse a Vito Michele Ambruoso, già proprietario di due misteri, chiedendo se era disposto a curarsi di un'altra immagine ma, avendone già due, rifiutò e chiese al sig. Vito Guerra, anch’esso proprietario di un immagine, se volesse il mistero; ma anch’egli rifiutò per mancanza di spazio. Così presero la decisione di bruciare il mistero, ma durante il tragitto incontrarono il sig. Michele Piazzolla che, stupito dalla bellezza dell’immagine, decise di accudirla.
Riferimenti evangelici: Mt 27, 59; Mc 15, 46; Lc 23, 53; Gv 19, 38-39.
Realizzazione: Maestro Salvatore BRUNO nella metà del ‘900; restaurato dal Maestro Romeo BOVELACCI subito dopo la donazione dell’immagine a Michele Piazzolla.
Nell’articolato gruppo statuario, Giuseppe di Arimatea, arrampicato su una scala, sorregge il corpo di Gesù, mentre Nicodemo, su di un’altra scala, stacca il braccio del Cristo dalla croce; un terzo giudeo provvede a togliere il chiodo dai piedi. Assistono addolorati la Madonna, la Maddalena e l’apostolo Giovanni.